38. Palazzo di Gio. Battista Grimaldi
25 Marzo 202240. Palazzo di Ambrogio De Nigro
25 Marzo 2022Il palazzo è attestato in posizione baricentrica tra la sede dell’albergo Spinola e quello dei De Mari di Banchi; costruito nel XVI secolo su preesistenze medievali degli Spinola, è inserito nei rolli dal 1588, associato alla famiglia De Mari.
Stefano De Mari, il nome più frequentemente imbussolato, fu un nobile spesso in corsa per il dogato, conferitogli poi nel 1663; egli appartiene a una famiglia legata alla Spagna e a Napoli attraverso affari e commerci.
I legami con la città partenopea sono palesati dal titolo di principe Acquaviva di Napoli che spetta a Carlo, nipote di Stefano e anche al proprietario del palazzo nel 1798, così come si evince dall’estimo.
Il monumentale portale tardo cinquecentesco conduce a un atrio ristrutturato nel XIX secolo in cui vi è una targa che ricorda un episodio del Risorgimento. Gli angusti affacci dei prospetti, affrescati a quadrature, sono compensati dalla luminosità del cortile interno su cui si snoda lo scalone loggiato, in parte tamponato. In un numero interno si segnala un affresco con Tobiolo e l’angelo attribuito a Giovanni Battista Carlone (Castelnovi in La pittura Genova.., 1987, p. 141).
Adibito soprattutto ad usi abitativi, si presenta attualmente in discrete condizioni manutentive (Daniela Barbieri in Atlante 1998)
Sorto nel tratto centrale di quello che era il cosiddetto “carrubeous rectus” (vico Dritto), asse portante del tessuto medievale che andava dalla porta dei Vacca fino alle pendici della collina di Castello, antica area di insediamento della città, svolgendosi lungo i percorsi oggi di via Del Campo, via San Luca, via di Canneto il Curto, il palazzo risale al XVI secolo. Edificato su preesistenze medievali appartenute agli Spinola, si affaccia sulla via con un portale marmoreo tardo cinquecentesco, inquadrato da un ordine di lesene doriche che reggono una trabeazione coronata da frontone triangolare spezzato. La facciata, il cui registro del piano terreno è caratterizzata da un paramento lapideo bugnato a fresco, è organizzata da un’architettura illusiva che inquadra le bucature ai differenti piani. Iscritto nei rolli a partire dal 1588 come di proprietà di Stefano De Mari, l’edificio si organizza intorno al cortile interno loggiato, lungo il quale si snoda lo scalone monumentale che dà accesso ai vari piani e ai vari appartamenti privati, all’interno di uno dei quali si trova un affresco, attribuito a Giovanni Battista Carlone, raffigurante Tobiolo e l’Angelo.
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