Il sistema dell'ospitalità


Agli inizi del Cinquecento sia la Repubblica di Genova sia gli altri stati italiani si trovarono di fronte ad un nuovo orizzonte geopolitico. La scoperta dell’America nel 1492 aveva allargato gli orizzonti del commercio e ciò richiedeva un maggiore sforzo nel campo diplomatico e politico per poter stare al passo delle potenze europee. In questo contesto, la classe politica di Genova comprese appieno l’importanza di ospitare delegazioni di natura diversa per affermare la propria potenza economica e commerciale.

All’epoca a cui ci riferiamo, la città non aveva a disposizione una prestigiosa residenza di rappresentanza per poter soddisfare tali esigenze, essendosi costituita come una Repubblica aristocratica grazie alla trasformazione politica sostenuta da Andrea Doria a partire dal 1528.

Le sedi pubbliche del potere, Palazzo San Giorgio e Palazzo Ducale, erano inadeguate ad ospitare gli importanti e illustri visitatori. Al contrario, a partire dalla metà del secolo, la ricca aristocrazia aveva provveduto a grandi investimenti urbanistici, capaci di trasfigurare il volto della città e di dotarla di un formidabile complesso di palazzi “nuovi” e dalle strepitose caratteristiche non solo architettoniche, ma anche decorative. Anche in virtù di un ruolo dogale fortemente depotenziato rispetto al modello veneziano – che prevedeva una carica a vita, laddove a Genova esso rimaneva in carica soltanto un biennio – fu proprio l’aristocrazia a farsi carico del famigerato “hospitaggio”: l’accoglienza delle visite di stato, infatti, prevedeva oneri e onori, che non sempre furono ben accolti dai ricchi genovesi. Questo sistema di ospitalità diffuso sulle dimore aristocratiche venne codificato in veri e propri decreti del Senato della Repubblica che stilavano degli elenchi – o “ruoli” – dei palazzi ritenuti idonei a questa pratica. Oggi noi chiamiamo questa pratica, grazie alle ricerche e alla sistematizzazione operata dagli studi coordinati dal Prof. Ennio Poleggi, il Sistema dei Palazzi dei Rolli, di cui abbiamo una prima documentazione a partire dal 1576. Questa data, ben lungi dall’essere casuale, identifica anche l’istituzione delle Leges Novae (o Leggi di Casale) e segnò per la Repubblica la definitiva pacificazione tra “nobili vecchi” (che consideravano d’appartenere alla nobiltà feudale pre-repubblicana) e “nobili nuovi”, che invece erano assurti ai ranghi dell’aristocrazia e – quindi – alle cariche pubbliche grazie alla riforma doriana. Potremmo, infatti, dire che l’istituzione dei Rolli degli alloggiamenti pubblici della Repubblica rappresentò l’avvenuta e definitiva transizione dell’antico regime politico comunale in quello repubblicano, dotando lo stato genovese di un sistema unico e innovativo che aveva l’obiettivo di ripartire tra le mani dell’aristocrazia dominante il potere, le responsabilità e anche il prestigio della nazione stessa.

La sistemazione di personaggi illustri e del loro seguito nei palazzi privati veniva regolata da un preciso cerimoniale, che però ha continuato a cambiare ed evolversi nel corso degli anni.

I palazzi erano suddivisi in “bussoli”, livelli che indicavano lo status della famiglia ospitante ed erano basati su tre fattori principali: la grandezza e la sontuosità dell’edificio, il prestigio dell’ospite e l’importanza sociale ed economica del proprietario del palazzo.

Durante il corso degli anni i Palazzi potevano salire o scendere di categoria sulla base di diversi fattori, come quello politico, i – purtroppo frequenti – tracolli economici delle famiglie o semplicemente una ristrutturazione dell’edificio. Questi elementi hanno costituito la base per una più accurata ricostruzione storica delle liste di palazzi contenuti nei bussoli nonché delle fortune e rovine delle principali famiglie genovesi. Alcune di esse sono riuscite a resistere alle difficoltà dei secoli e ancora oggi i palazzi da loro costruiti e portano il loro nome, per citarne alcuni: Doria, Grimaldi, Spinola, Lomellino.

Quando erano previste delegazioni in arrivo a Genova, il Doge in carica estraeva a sorte il palazzo che avrebbe accolto l’ospite riconoscendo alla famiglia ospitante un rimborso da parte della Repubblica.

Il trattamento riservato era diverso per le persone che alloggiavano all’interno dei palazzi dei Rolli.

  1. L’ospite era alloggiato e spesato totalmente a carico dello Stato per l’intera durata del soggiorno: erano le visite del Papa e dei regnanti, compresi i loro figli primogeniti legittimi;
  2. L’ospite era alloggiato in una casa «apparecchiata», cioè fornita di tutto il necessario, ma per tale soggiorno non erano stanziati fondi per pubblici intrattenimenti: era il trattamento sostanzialmente riservato ad ambasciatori e nunzi papali;
  3. All’ospite era messa a disposizione solamente la casa, non apparecchiata: erano le visite degli «altri personaggi».

Tra gli ospiti illustri che sono stati documentati possiamo trovare nel 1656 don Giovanni d’Austria figlio del Re Cattolico Filippo IV di Spagna, nel 1663 il Cardinal d’Este e il duca di Crequi e nel 1739 Gran Duca di Toscana, Francesco III di Lorena, futuro Imperatore Francesco I, che ha alloggiato presso la casa del Magnifico Cesare Gentile.

Bibliografia
A. Rossi, R. Santamaria - Superbe carte - I Rolli dei Palazzi di Genova, Polignano a Mare (Ba), 2018.