30. Palazzo di Stefano Balbi
25 Marzo 202232. Palazzo di Giorgio Centurione
25 Marzo 2022Edificato per la famiglia di Giorgio Centurione e giunto successivamente in proprietà di Ansaldo Imperiale Lercari, il palazzo subisce vari fasi di rinnovamento nel corso del Settecento ad opera dei Pallavicini, famiglia particolarmente facoltosa anche grazie ai rapporti finanziari intrattenuti con la Spagna e con il ducato di Milano, nel frattempo divenutane proprietaria. Una prima fase di ristrutturazione risale al periodo 1718-1724: protagonista del rinnovo è l’architetto Giacomo Viano, già attivo nella ristrutturazione di Palazzo Rosso e Palazzo Bianco per Maria Durazzo Brignole Sale, chiamato da Paolo Gerolamo III Pallavicini. È in questo momento che l’architettura della dimora, ancora legata ai canoni cinquecenteschi, subisce un primo, sostanziale e completo rinnovamento che comprende anche gli spazi dell’atrio e dello scalone monumentale, le facciate che prospettano sul complesso dei Padri Filippini e sulla via Lomellini, riorganizzate, secondo in canoni settecenteschi, da lesene, timpani e arricchite da motivi floreali a stucco. L’intervento del Viano prevede anche una nuova distribuzione degli spazi interni dell’appartamento di rappresentanza del secondo piano nobile, i cui vani vengono decorati, a partire dal 1729, dagli affreschi di Domenico Parodi e dagli stucchi di Mutoni (Sbarco di Cristoforo Colombo; Allegoria della Fondazione di Genova) e da Giacomo Antonio Boni (Regno di Flora). Si realizza anche una piccola galleria, affrescata sempre dal Parodi che contribuisce, insieme a specchiere, consolles e altri sontuosi arredi, a dare unitarietà agli ambienti e ad aggiornarli al nuovo gusto.
Una seconda fase di ampliamento risale al periodo 1756-1763, quando la costruzione si arricchisce di un piccolo giardino pensile sito al primo piano del primo appartamento in ascendere, immediatamente sopra le stalle e le scuderie, realizzato per dal luce alla “fabbrica aggiunta” ricavata demolendo alcune preesistenze di proprietà che affacciavano sul vico degli Adorno. L’edificio arriva così a occupare l’interno isolato e a estendersi in tutta la profondità a disposizione tra via Lomellini e vico del Campo.
Committenti di questo delicato intervento di ricucitura urbana e architettonica, sostanzialmente finalizzata ad accogliere i diversi appartamenti di due differenti proprietari sono i figli di Paolo Gerolamo; i fratelli Giuseppe e Domenico Pallavicini si affidano ai capi d’opera Bartolomeo e Giovanni Orsolino, suo figlio, per ottenere un ampliamento teso alla realizzazione di maggiori comodità e a un rinnovo anche nel senso del gusto decorativo degli ambienti: protagonista di questa fase è lo stuccatore Alessandro Bollina, artista “lombardo” duttile e aggiornato, in grado di rispondere al meglio alle esigenze dei più “moderni” committenti del periodo. Il Bollina definisce così la decorazione dell’appartamento del piano di sala e della cappella ispirandosi a modelli francesi e utilizzando cromie rosa-viola azzurre e modelli di ispirazione europea.
Recentemente restaurato, il palazzo è oggi sede di appartamenti privati e uffici.
Bibliografia aggiornata post 1998
L. Magnani, E. Gavazza, Pittura e decorazione a Genova e in Liguria nel Settecento, Genova 2000
E. Gavazza, Dai laghi lombardi l’arte degli stuccatori. Pratica, diffusione, aggiornamento del gusto, in Genova e l’Europa continentale: Austria, Germania, Svizzera: opere, artisti, committenti, collezionisti, a cura di P. Boccardo e C. Di Fabio, Genova 2004, pp. 158 – 173.
A. Leonardi, “Istruzioni” per affrescare una stanza. Domenico Parodi nei palazzi Pallavicino e Brignole-Sale, in Genoese Way of life. Vivere da collezionisti tra Seicento e Settecento, Roma, Gangemi, 2013, pp. 173-185.
I testi sono stati aggiornati grazie al progetto INSIDE STORIES finanziato a valere sui fondi – Legge 20 febbraio 2006, n. 77 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO