27. Palazzo di Gio. Francesco Balbi
25 Marzo 202229. Palazzo di Francesco Maria Balbi Piovera
25 Marzo 2022L’edificazione del palazzo, posto sul lato a mare del nuovo asse urbano interamente finanziato dalla famiglia Balbi a partire dai primi anni del Seicento, prende avvio nel 1618 per volere dei fratelli Giacomo e Pantaleo Balbi; rimasto in proprietà della famiglia che vi conservò la grande quadreria fino ai giorni nostri, l’edificio fu acquistato nel 1972 dall’Università degli Studi di Genova che vi ha organizzato una delle sedi della Scuola di Scienze Umanistiche.
L’iniziale progetto dell’architetto Bartolomeo Bianco, regista del tracciamento della strada e protagonista della definizione spaziale dei palazzi che su di essa si affacciano, nel realizzare un edificio per due fratelli che prevedeva, per la prima volta, la sovrapposizione di piani nobili identici, aveva studiato un arioso atrio con cortile che terminava in uno scenografico ninfeo, testimoniato dalle incisioni rubensiane pubblicate nella seconda edizione (1652) dei Palazzi Moderni di Genova.
Ereditata il manufatto da Francesco Maria Balbi, figlio di Giacomo e nipote di Pantaleo, la soluzione del Bianco venne ripensata a partire dal 1645 da Pietro Antionio Corradi che, demolendo alcune preesistenze a valle del palazzo, nella zona del Roso, “sfondò” la parete di fondo che chiudeva il cortile per dare vita ad un luminoso giardino pensile concluso da un ninfeo dalla decorazione polimaterica di conchiglie, coralli, ciottoli di fiume e concrezioni calcaree e animato dalle grandi statue dello stuccatore lombardo Giovanni Battista Barberini (eseguite, però, attorno al 1673) che narrano la vicenda di Plutone e Proserpina.
Il Corradi intervenne anche nei piani superiori del complesso edilizio, ampliandolo con due ali protese verso sud e chiudendo il loggiato del secondo piano nobile. Trasformato così in galleria, questo spazio divenne, intorno al 1655, il luogo per eccellenza della celebrazione familiare: qui trovarono posto i busti della collezione antiquaria del committente e venne realizzato da Valerio Castello la straordinaria decorazione a fresco della volta che, in uno stretto rapporto visivo con il giardino sul quale affaccia, celebra ancora una volta il mito del Ratto di Proserpina, sul lato Ovest, e quello relativa alla Caduta di Fetonte, nel lato Est.
Cuore dell’appartamento è però il grande salone, affrescato ancora da Valerio Castello con Il carro del Tempo, attorno al quale si organizzano diversi salotti: quelli decorati con gli affreschi raffiguranti Leda e il cigno e Pace, Allegrezza e Abbondanza, sempre riferiti al pennello di Valerio, mentre quelli raffiguranti Giove tra le Arti e Apollo e le Muse segnano il passaggio del cantiere decorativo a Domenico Piola, seguito poi dal genero Gregorio De Ferrari nelle volte dei salotti dedicati a Zefiro e Flora e all’Apoteosi di Ercole. Sarà quindi proprio il De Ferrari, negli anni novanta del secolo, a chiudere il lungo cantiere decorativo con la straordinaria libertà compositiva delle storie degli amori degli dei e degli uomini narrate sulla volta della Galleria dei Trionfi d’amore, la Verità innalzata dal Tempo, Diana ed Endimione e Il Ratto di Europa, questi ultimi temi significativamente scelti per l’apparato ad affresco dell’alcova allestita per il matrimonio del nipote di Francesco Maria (Francesco Maria Balbi II) con Clarice Durazzo.
Bibliografia aggiornata post 1998
E. Poleggi, Genova. Una civiltà di Palazzi, Cinisello Balsamo (Milano) 2002, pp. 136-140 (Palazzo di Giacomo e Pantaleo Balbi (1618-1645))
V. Fiore, Palazzo Balbi Senarega, in Città Ateneo Immagine. Patrimonio storico artistico e sedi dell’Università di Genova, Genova 2004, pp. 91-115.
I testi sono stati aggiornati grazie al progetto INSIDE STORIES finanziato a valere sui fondi – Legge 20 febbraio 2006, n. 77 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO