Incluso negli elenchi dei Rolli a partire dal 1588, il palazzo attuale è frutto di un ampliamento settecentesco opera dell’architetto ticinese Gregorio Petondi a partire dal 1775 per la committenza di Gian Tommaso Balbi, per concludersi nel 1788.
Passato in proprietà ai Lomellini e, infine, ai Doria Lamba che lo detengo ancora oggi, l’edificio è frutto di un lungo percorso progettuale che si modifica di pari passo con l’evolversi delle operazioni per l’apertura di Strada Nuovissima, oggi via Cairoli, avvenuta tra il 1778 e il 1786 ad opera dello stesso Petondi. Diretta conseguenza dell’esigenza di rapportarsi a due percorrenze di pari gerarchia quali la costruenda strada e la parallela via Lomellini, il palazzo presenta una soluzione architettonica particolarmente interessante che mette in comunicazione i due differenti e contrapposti ingressi, dando vita ad un sistema di cortili e atri organizzati intorno allo scenografico monumentale in marmo che media il notevole dislivello di quota esistente tra le due percorrenze, fin da subito molto ammirato da visitatori stranieri e studiosi di architettura tra cui Cesare Brandi e Rudolph Wittkower.
Recenti acquisizioni documentarie hanno permesso di conoscere l’evoluzione progettuale del complesso edilizio, che avviene su preesistenze di origine medievale e su antichi tracciati viabilistici, poi inglobati in un unico corpo edilizio, riorganizzato nei suoi spazi interni secondo la ‘moderna’ disposizione francese, con camere, recamere, salotti e gallerie en enfilade che consentono di percorrere gli ambienti dell’appartamento secondo un percorso ad anello. Ambienti che, ancora secondo l’ormai diffuso gusto rocaille, furono aggiornati da decorazioni in stucco – opera dei ticinesi Cantoni, particolarmente attivi per le committenze genovesi settecentesche – entro cui vennero inseriti dipinti su tela, tra i quali il ciclo delle Allegorie di Sebastiano Conca di cui resta una sola tela, posta a soffitto, raffigurante la Liguria.
Nell’appartamento al piano nobile, che oggi ospita il Circolo dei Nobili, è presente una piccola cappella per la quale era originariamente stata prevista la statua dello scultore francese Pierre Puget dedicata all’Immacolata poi donata al vicino oratorio di San Filippo Neri e oggi sostituita – nella sua collocazione originaria – da una buona interpretazione del medesimo tema, opera di Francesco Maria Schiaffino.