5. Palazzo di Giacomo Spinola
25 Marzo 20227. Palazzo Paolo e Niccolò Interiano
25 Marzo 2022Il palazzo nelle forme attuali è il frutto di interventi edilizi che si sono succeduti tra il Cinquecento e l’Ottocento e che hanno trasformato le preesistenze cinquecentesche di Francesco de Ugarde e di Bernardo Spinola: un primo intervento, infatti, attuato intorno al terzo decennio del Seicento e conseguente all’acquisto del corpo di fabbrica corrispondente all’odierno civico n. 4 da parte di Gio Tommaso Ayrolo, vede la generale ristrutturazione su progetto di Bartolomeo Bianco e la costruzione dei poggioli sulla piazza Fontane Marose. Pochi anni dopo, nel 1645, il figlio, Agostino Ayrolo, ricco mercante e banchiere nel frattempo entrato in possesso dell’edificio contiguo, compie un’operazione analoga e, in seguito, arriverà ad unire i due corpi edilizi in uno unico. Iscritto nel rollo del 1664 al primo bussolo per la sua magnificenza, l’architettura del palazzo si configura con due cortili loggiati, ciascuno a due piani, avvinandosi così ai modelli realizzati pochi anni prima per i Balbi, soci in affari dell’Airolo.
Passato nella seconda metà del Seicento ai Negrone che ne proseguono l’abbellimento e ne restano i proprietari fino ad oggi, l’edificio è nuovamente al centro di un vasto rinnovo alla fine del Settecento, quando il capo d’opera Antonio Barabino, padre dell’architetto Carlo che sarà il protagonista del rinnovo ottocentesco della città, compirà un generale riordino del prospetto sulla piazza, arrivato al suo definivo assetto sono nel corso del secolo successivo quando, in conseguenza della sistemazione dell’area e dell’apertura di via Carlo Felice (oggi via XXV Aprile) tra il 1825 e il 1828, Carlo Barabino realizzerà il secondo portale di accesso, modulato sull’architettura di quello già esistente.
Alla grandiosità architettonica corrisponde, all’interno, un’altrettanta ricchezza decorativa: su committenza di Agostino, infatti, nel primo trentennio del Seicento il primo piano nobile viene decorato e affrescato secondo la cultura figurativa cortonesca: artisti come Gio Maria Bottalla e Gioacchino Assereto (Apollo e Marsia) operano così nei salotti dell’appartamento di rappresentanza, mentre la galleria, aperta sulla piazza, narra le vicende di Enea per mano di Giovanni Battista Carlone, che vi interviene poco più tardi, alla metà del secolo. Quest’ultimo ambiente è poi completato da Bartolomeo Guidobono allo scadere del XVII secolo, mentre intorno al 1700, su committenza di Gio. Antonio Negrone, Domenico Parodi affrescherà la volta di una sala con La gloria della famiglia Negrone.
Bibliografia aggiornata post 1998
F. R. Pesenti, Gli affreschi di palazzo Ayrolo Negrone. Le premesse e il seguito, in “Trasparenze”, 5/99 pp. 37-51.
A. Brena, P. G. Embriaco, E. Vassallo, Palazzo Negrone, in “Arkos”, supplemento al n. 7/2004 “Il restauro dei palazzi dei Rolli”, pp. 44-47.
E. Poleggi, Palazzo Negrone. Fontane Marose piazza di Strada Nuova, Genova 2008.
T. Zennaro, Gioacchino Assereto (1600-1650) e i pittori della sua scuola, Soncino, 2011.
I testi sono stati aggiornati grazie al progetto INSIDE STORIES finanziato a valere sui fondi – Legge 20 febbraio 2006, n. 77 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO