35. Palazzo di Nicolò Spinola
25 Marzo 202237. Palazzo di Gio Battista Grimaldi
25 Marzo 2022Edificato per Francesco Grimaldi quondam Gio Batta anteriormente al 1593 su preesistenze medievali, e passato, nel 1606 al figlio Tommaso, già nel 1650 il palazzo venne ceduto al cognato, Ansaldo Pallavicino, personaggio di grande rilevanza politica tanto da essere eletto doge per il biennio 1637-1639. Da questo momento in poi l’edificio, in conseguenza di una fitta serie di passaggi ereditari, cambiò numerosi proprietari: morto Ansaldo nel 1660 passò al figlio Niccolò Agostino e, in seguito, alla sorella Anna Maria Pallavicino, consorte di Gerolamo Doria. Morto nel 1734 l’erede dei Doria, Paolo Francesco, la dimora venne ereditata dalla sorella Maddalena, moglie di Nicolò degli Spinola del ramo di San Luca; al figlio di Maddalena, Francesco Maria, subentrarono poi il nipote, Paolo Francesco Spinola e, alla sua morte, avvenuta nel 1824, i cugini Giovanni Battista, Ugo e Giacomo Spinola del ramo di Luccoli. Morto Giacomo nel 1858, il palazzo passa al figlio Francesco Gaetano e, successivamente, al nipote Ugo; ultimi proprietari Spinola furono quindi Paolo e Franco Spinola che, nel 1958, decisero di donare la dimora, con tutto il patrimonio artistico in esso conservato, allo Stato italiano, legando la cessione al “mantenimento dell’aspetto di dimora storica” che ha ancora oggi. Considerati i gravissimi danni bellici, si decise inoltre di allestire gli due ultimi piani, andati completamente distrutti, quale spazio museale in forme moderne, dove trova oggi sede la Galleria Nazionale della Liguria che ospita straordinarie opere provenienti dalla donazione Spinola di mano, ad esempio, di Giovanni Pisano, Antonello da Messina, Pietro Paolo Rubens.
Inserito fin da subito (1599) nei rolli degli alloggiamenti pubblici al primo bussolo, il suo assetto architettonico cinquecentesco viene testimoniato da Pietro Paolo Rubens nella raccolta dedicata ai palazzi di Genova e pubblicata ad Anversa, in una seconda edizione, nel 1622: una pianta tradizionale con forma ad “U” e ali collegate da un corpo centrale a due piani di cui quello superiore loggiato, aperto sulla piazza Superiore di Pellicceria, sulla quale si affaccia con la consueta sequenza atrio-cortile-scalone monumentale, organizzata in diretta connessione anche con l’accesso sulla piazza Inferiore di Pellicceria. È in questo momento che la dimora si arricchisce degli affreschi di Lazzaro Tavarone che, all’inizio del Seicento, rispettivamente nelle volte dei saloni del primo e del secondo piano nobile, glorifica la casata dei Grimaldi e i suoi legami con la corona spagnola raffigurando Lisbona assediata dall’esercito del Duca d’Alba e il Trionfo di Ranieri insieme alle Imprese per l’espugnazione della città di Zierikzee.
Sarà Ansaldo Pallavicino, poi, a rinnovare dal punto di vista architettonico il palazzo, che vede la chiusura del loggiato, e ad accrescere le collezioni di dipinti, che arrivano così a comprendere opere di artisti fiamminghi, tra i quali anche di Anton van Dyck, di Domenico Fiasella, di Giovanni Battista Carlone, di Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto, di Giulio Cesare Procaccini, di Bernardo Strozzi.
Sarà poi Maddalena Doria, tra il 1734 e il 1736 a rinnovare il secondo piano nobile, in un cantiere architettonico organizzato dal capo d’opera Bartolomeo Orsolino: il nuovo allestimento dell’appartamento, arricchito dagli affreschi di Sebastiano Galeotti e Giovanni Battista Natali (Convito per le nozze di Amore e Psiche, Valore vincitore, Bacco e Venere) e da ulteriori opere su tela, troverà nella galleria degli specchi progettata da Lorenzo de Ferrari l’elemento più consono per garantire quella fluidità di passaggio che l’organizzazione circolare e en enfilade degli ambienti, ispirata direttamente ai modelli più aggiornati, richiedeva.
Bibliografia aggiornata post 1998
E. Poleggi, Genova. Una civiltà di Palazzi, Cinisello Balsamo (Milano) 2002, pp. 117-121 (Palazzo di Francesco Grimaldi (1593)).
L’eredità donata. Franco e Paolo Spinola e la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, a cura di Farida Simonetti, Torino 2009.
I testi sono stati aggiornati grazie al progetto INSIDE STORIES finanziato a valere sui fondi – Legge 20 febbraio 2006, n. 77 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO